ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

Fmi più ottimista sull'Italia

di Franco Vergnano

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
21 gennaio 2010

A piccoli passi, le proiezioni internazionali confermano il miglioramento degli scenari economici. Dopo il ritocco verso l'alto dei numeri di Germania e Francia (più consistenti), seguiti dall'Italia (dallo 0,7% all'1%), arrivano sia l'outlook del Fondo monetario internazionale e sia l'Istat, con fatturato e ordini, a confermare un consolidamento dello sviluppo.
In particolare, da New York l'Fmi dice che la crescita economica mondiale appare «più sostenuta» del previsto. Quest'anno l'accelerazione risulterà quindi superiore alle stime di ottobre, che indicavano un Pil mondiale in aumento del 3,1 per cento. Le previsioni Fmi saranno infatti «aggiornate» prima di fine mese, martedì 26. Lo ha fatto sapere (nel testo del discorso consegnato alla stampa) il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Khan.
Ma l'Fmi si è comunque voluto cautelare dagli eccessivi ottimisti. Il direttore avverte: «La situazione resta fragile e la ripresa procede a diverse velocità nelle varie regioni. Nelle economie avanzate sarà probabilmente debole e ancora legata al sostegno dei governi». Secondo l'agenzia Ansa, l'economia mondiale crescerà quest'anno del 3,9% (+0,8 punti rispetto alle stime di ottobre) e del 4,2% nel 2011 (invariato). Il Pil Usa salirà nel 2010 del 2,7% (+1,2) e nel 2011 del 2,3% (- 0,5 punti).
Il Pil italiano quest'anno crescerà dell'1%, ovvero 0,8 punti in più rispetto alle ultime previsioni ufficiali, e nel 2011 segnerà un +1,3% (0,6 punti su ottobre).
Ancora una volta sarà l'Asia (con la Cina in testa, al 10%) a guidare la ripresa economica mondiale.
Commentando i dati del Fondo monetario internazionale il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha sottolineato i segnali positivi che arrivano da New York, precisando: «Abbiamo ancora un lungo percorso davanti. Dobbiamo lavorare tutti per accelerare la ripresa e la crescita. Servono le riforme».
Anche nel nostro Paese, come accennato, prosegue a piccoli passi la risalita, con una promettente ripresa (+2,1%) degli ordini esteri in novembre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. La variazione dell'indice totale, destagionalizzata, è stata del 2,6% rispetto a ottobre 2009. In particolare, a novembre gli indici destagionalizzati del fatturato e degli ordinativi hanno registrato, nel confronto con il mese precedente, un incremento dell'1,5% il primo, e del 2,6% il secondo. Il fatturato è aumentato dello 0,9% sul mercato interno e del 2,7% all'estero. Sempre su ottobre, gli ordinativi nazionali hanno registrato una crescita del 2,4% e quelli esteri del 2,8 per cento.
Intanto volano gli ordini degli autoveicoli: a novembre si è registrato un aumento tendenziale del 14,9%, il dato più alto dal gennaio del 2008. Gli ordini esteri sono cresciuti del 16,9% mentre per quelli nazionali l'aumento tendenziale è del 13,8 per cento. Per l'auto il fatturato ha registrato a novembre un calo complessivo tendenziale dello 0,7% (+0,8% il nazionale, meno 2,6% la componente estera).
«La ripresa c'è, anche se può essere moderata, discontinua e selettiva, ma sarebbe colpevole non vederla», ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottolineando che bisogna «incoraggiare le aspettative e i consumi e assecondare la ripresa, per esempio con politiche di investimento nelle competenze delle persone», cioè nella formazione.
Ma il «vero segnale» di ripresa dell'economia sarà «solo l'aumento dell'occupazione», un segnale che finora non è arrivato, ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Per il sindacalista «non possiamo dire che siamo usciti dalla crisi finché non iniziamo a vedere un aumento degli occupati», unico fattore «che può rendere stabile la ripresa dei consumi.
La Cgil invece, per bocca del segretario confederale Susanna Camusso, dice basta ai «facili ottimismi» sulla ripresa economica e chiede che si mettano in campo interventi di politica industriale per evitare il rischio che il paese perda un quarto della sua base produttiva. Più morbido Epifani: «Bisogna fare qualcosa di più per investimenti e lavoro».
I dati Istat registrano un «lieve rialzo, ma è necessario continuare a vigilare considerando l'andamento altalenante dei numeri sulla crisi», è l'opinione del segretario confederale dell'Ugl, Paolo Varesi.

21 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-